L. Tolstoj
"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine
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E così ci siamo quasi. Nella mia
vita ho sempre assegnato un valore maggiore di quello reale a certe tappe. E
puntualmente, ho commesso un errore: grandi aspettative creano sempre grandi
delusioni. Ma questo è un altro discorso, forse. Chissà che questi pochi giorni
non segnino una svolta. Un cambio di direzione mi serve, perché quello che
faccio da sempre è camminare sulla stessa strada evitando le buche. E allora,
ben venga una sterzata improvvisa, verso una strada liscia. Questa volta voglio
una strada tutta mia, per non sentirmi più in obbligo di girarmi continuamente
di lato per controllare che qualcuno stia proseguendo al mio fianco.
Soprattutto, per non sentire più la paura di essere da sola. Desidero una
strada liscia perché qualche buca non sono riuscita ad evitarla, e alcune sono
state davvero troppo profonde, tanto da lasciarmi credere che non ne sarei mai
uscita. Alcune mi hanno reso più forte, altre meno, ma hanno sicuramente
contribuito a rendermi ciò che sono. E tutto sommato, pregi e difetti, ho
imparato ad accettarmi. Ciò non vuol dire che non desideri continuamente di
migliorarmi. Per questo, se mi fermo a pensare a una buca in particolare,
sebbene sia riuscita ad oltrepassarla, mi rendo conto che ha prodotto dei danni
tali per cui, nonostante le dovute riparazioni, ancora oggi non ho ripreso
pienamente il controllo e, peggio, mi ha indotta a fidarmi poco di questa
strada e a valutare di abbandonarla. Finora, malgrado tutto, non avevo mai
pensato seriamente di farlo. Forse neanche ora, per una sciocca idea sul
destino e sulla vita che non è mai facile, ma qualcosa mi fa percepire questo
pensiero come diverso dagli altri, che erano chiare manifestazioni di
frustrazione e impotenza. Sono convinta che quando ti trovi a percorrere una
via, o sai già dove ti porta o ti fidi di dove ti porterà e di non rimpiangere
di averla intrapresa. Ripensandoci, quando ho urtato avrei potuto cambiare
direzione: c’era uno svincolo vicino. Non l’ho preso. Ho scelto di proseguire,
di continuare ad evitare le buche e di guardare sempre di lato. Ma oggi mi
chiedo: ne è valsa la pena? La mia fiducia, per me, vale così poco da poterci
rinunciare? E così metto in dubbio la parte più profonda di me, mi chiedo se
non sia stata davvero la paura a non farmi imboccare con decisione la strada
che mi avrebbe portato talmente lontano dalla precedente da non ricordare
neanche più come fosse fatta. In quel momento non lo credevo, questo lo so per
certo. Pensavo di aver continuato perché sapevo di poter mantenere il controllo
nonostante tutto. Credevo in un bene superiore, nel destino, e in varie altre
stronzate. Ma oggi, quello che c’era in quella buca ancora mi perseguita. A
tratti, solo alcuni giorni, solo in certe circostanze, ma mi perseguita. E
allora, per il valore che ho sempre assegnato a certe tappe, cosa devo fare
prima di raggiungerla? La mia unica paura ora, mi è chiaro, non è rimanere da
sola sulla mia nuova strada, ma non riuscire a trovare la risposta giusta prima
di raggiungere la prossima tappa.