venerdì 22 febbraio 2013

La bestia, senza la bella.

La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato."
L. Tolstoj

"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine




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Come sono arrivato a questo? Sì, da questa mattina l' ansia mi ha divorato, sono stato letteralmente inghiottito, ma quando mi ha risputato ero tutto intero, un po' ammaccato forse, ma intero. Ho mandato giù un certo numero delle mie gocce, quelle che prendo sempre per togliermi di dosso la saliva putrida dell' ansia. Non hanno funzionato granché. Sono uscito ugualmente di casa, non posso lasciare che la condizione che vivo mi porti anche, definitivamente, all' agorafobia. Oltrepassato il portone, ho dovuto mandar giù un grosso magone. Ho camminato a lungo, a testa bassa, cercando di pensare solo a ciò che dovevo fare e ignorando quel qualcosa che continuava a graffiare dentro. L' avevo appena ingabbiato, non potevo permettere che uscisse di nuovo e mi divorasse per la seconda volta. 

Ho parlato con altre persone oggi, ma ho continuato a combattere la battaglia con la mia bestia, non devo essere stato un buon interlocutore, me ne dispiaccio. La bestia graffiava forte, il mio cuore deve avere molte cicatrici, la sentivo ululare in modo strano, come se volesse comunicarmi qualcosa, come se in mezzo a quei suoni dovessi riconoscere delle parole. A volte sembra che voglia mettermi in guardia. Poi ho visto le sue zanne luccicanti. È solo loro che dovrei temere, non dovrei portarmele a spasso tutto il giorno e dormirci la notte. Dovrei trovare il modo di liberarmene.
La bestia ha continuato a cercare la mia attenzione tutto il giorno. Sono riuscito ad ignorarla, ma poi, ad un tratto, non so quando, deve essere fuggita. Deve essere stato nell'attimo in cui ho abbassato la guardia sopraffatto dalla stanchezza, dalla noia, dal cullio di questo treno tremendamente lento; mi è balzata addosso, ha ricominciato a ripropormi pensieri di morte, immagini di sangue, di corpi straziati, esanime, di cari che sospirano l' ultimo respiro con me ma senza di me. Sapevo bene cosa sarebbe successo se avessi continuato a lasciarmi plagiare. L'ho riportata in gabbia, ma, come sempre, è come nascondere la polvere sotto il tappeto, solo che in questo caso nascondo una grossa e terrificante bestia dentro di me, graffia, scalpita, mi consuma l'anima, mina la mia autonomia, altera la mia coscienza, le mie percezioni, la realtà, e un giorno, prima o poi, gli ultimi argini che mantengono la mia sanità mentale, cadranno. Continuo a vedere il treno che si infrange contro un altro, sento il botto, sono seduto vicino al finestrino, i vetri mi sì frantumano addosso, vedo sangue, troppo e non ho salutato nessuno di coloro che amo.