lunedì 26 dicembre 2011

Il Giardino ed il Sole - qualcosa che non avrei dovuto scrivere, forse.

La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato."
L. Tolstoj

"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine


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C’era una volta un Giardino, troppo spesso adombrato, colmo di tanti fili d’erba, fiori ed alberi da frutto che luccicavano e gioivano solo quando si affacciava il Sole.

C’era un tempo in cui il Giardino attendeva con ansia l’arrivo del Sole perché questo, illuminandolo, gli donava nuova linfa ed ogni cosa in lui cresceva tanto da dargli l’impressione che, se il Sole avesse continuato a sorgere, si sarebbe potuto estendere oltre i propri confini. Ma quando il Sole andava via ed il Giardino ripiombava nell’oscurità, di colpo e per qualche istante o più, perdeva di vista il senso profondo del calore del Sole su di lui e rimaneva imbrigliato nella rete tessuta dall’ombra. Una rete di paure ed incertezze che tentavano il Giardino di dimostrarsi all’altezza della sfida, senza rendersi conto che la sfida l’aveva lanciata lui stesso. E così giocava con l’ombra con le meraviglie che aveva da offrire, sapendosi porre un limite. Lo riconosceva da solo perché si rendeva conto di quanto tutto ciò che poteva trovare di interessante nell’ombra non fosse all’altezza delle stupefacenti sensazioni che provava ogni volta che veniva raggiunto da un singolo raggio di Sole. Ma nel buio, forse il più delle volte, si perdeva al di là delle proprie sfide e cominciava a dubitare di se stesso e a chiedersi come mai il Sole avesse, un giorno, deciso di iniziare a splendere su di lui. Inquietudine dopo inquietudine il Sole sorgeva di nuovo e placava ogni tormento.

Venne un tempo in cui il Giardino, sempre più attratto dall’ignoto dell’oscurità iniziò a volerlo guardare più da vicino, a volerne sperimentare sempre più, non rendendosi conto di quale grande potere confusionale aveva operato il buio su di lui. Era così teso verso l’obiettivo della conoscenza dell’oscurità che sentiva il peso del Sole che gliela portava via, convinto di poter trovare in essa tutte le risposte, persino su di sé. Fu così che chiese al Sole di smettere di splendere su di lui, ed il Sole, a malincuore, accettò.

Ma il mondo nell’ombra non era ciò che il Giardino si aspettava, ben presto, senza il Sole, tutte le sue meraviglie cominciarono ad appassire e la confusione generata dall’oscurità, una volta che si fu abituato a questa, si diradò come nebbia. Iniziò a sperare che il Sole tornasse a splendere su di lui, ma così non fu.

Il Sole, infatti, può decidere tante cose: di non splendere come ha sempre fatto, può brillare di meno su certi luoghi o non brillare affatto, può essere pallido e distante all’occorrenza, sebbene con enormi sforzi perché, in fondo, la sua natura è quella di emettere luce. Il Giardino commise l’errore che ogni creato compie almeno una volta: pensare al Sole come dato per scontato, aspettandosi sempre che sorga giorno dopo giorno, pressappoco uguale a se stesso e che sorrida se lo si desidera e si adombri quando lo spirito non può sopportarne la luce intensa. Ogni creato commette lo stesso errore dall’inizio del Tempo e continuerà a commetterlo fino alla fine, un po’ per sua presunzione, un po’ perché il Sole, che ama le sue creature, alimenta l’illusione di assecondare sempre il loro volere.

Il Sole passò tanto tempo a splendere lontano dal Giardino, concentrandosi su altri fili d’erba, brillando su laghi, fiumi e ruscelli, scaldando gli animali e nutrendo i campi degli uomini, però, sebbene queste riscoperte occupazioni sembravano tenere il pensiero sufficientemente lontano dal Giardino, egli sapeva che, come tutto nell’universo, non può dominare i suoi desideri, che si manifestano come raggi e, si sa, ai desideri ci si può opporre fintantoché loro non hanno la meglio e possono intraprendere la direzione ambita senza alcun consenso della ragione.

“Oh I'm on my way, I know I am, somewhere not so far from here
All I know is all I feel right now, I feel the power growing in my hair
Oh life is like a maze of doors and they all open from the side you're on
Just keep on pushing hard boy, try as you may
You're going to wind up where you started from
You're going to wind up where you started from”

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