giovedì 6 maggio 2010

Pensieri

La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato."
L. Tolstoj

"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine


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E metto Amore fra queste righe, lo riverso come se in me fosse così tanto da traboccare, goccia dopo goccia, versato dal mio cuore costantemente in cerca dell’Emozione. E chiedo disperatamente Amore tra queste stesse righe, tra le pagine scritte da quest’anima fragile ed insicura. E rifuggo quell’Amore che non ricevo, spaventata dai colpi che potrebbero abbattersi su di me e che non saprei incassare.
E ripenso a quando mi ritrovavo a parlare con un’ombra, l’ombra di te, che mi sfuggiva, che scivolava fra le mie dita, attimo dopo attimo. Un’ombra che compariva nell’oscurità e fuggiva alle prime luci dell’alba lasciando il segno nei ricordi della notte. Un’ombra che è diventata Forma ed Essenza, che ora sento vicina ma di cui ancora mi spaventa la possibilità che possa sparire quando raggiungerò la luce piena.
E mi ritrovo a parlare con l’altra me, sfumando i confini fra le nostre immagini sovrapposte, con la voglia di fuggire lontano, dove nessuno possa raggiungermi, arroccata in un castello, protetto da un impenetrabile e fitto bosco e pungenti rovi, sospesa fra il desiderio di rimanere lì da sola per sempre e quello di scorgere dalla torre qualcuno che si avventuri fino sotto le possenti mura di pietra, qualcuno che conosca lo stesso altalenare di sentimenti ed inquietudini.
E mi ritrovo a scrivere bianco su nero il punto della situazione. Della voglia di libertà assoluta, del bisogno di proteggersi dai colpi che gli altri infliggono alla mia anima sfiduciata, della necessità di forgiare un nuovo scudo, perché quello che avevo l’ho abbandonato in quella foresta l’ultima volta che l’ho attraversata allontanandomi dal castello, del rifiuto di portare con me una spada perché ho paura dell’uso che potrei farne, perché ferire è un po’ come perire.

2 Giugno 2009

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