mercoledì 20 gennaio 2010

Away from the sun

La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato."
L. Tolstoj

"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine



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Incredula nel vederti così vicino a me davanti a questo altare nel tuo abito nero mi perdo nei tuoi occhi che brillano per un'emozione che non avresti mai creduto potesse rapirti.
E respiro il profumo delle rose rosse che adornano questo luogo sacro, e le respiro come fossero più profumate di quelle che eri solito regalarmi cogliendomi di sorpresa nei miei giorni più tristi donandomi la cosa più preziosa: un caldo sorriso, con un fiore.
E sorriso anche ora, guardandoti vestito così elagantemente, tu che sei sempre stato contrario a certi cerimoniali ma sei qui davanti ad un altare ed un prete in attesa, nel tuo abito scuro con la camicia bianca perfettamente inamidata con il colletto cinto dalla cravatta senza aver ancora imparato ad annodarla. E anche questo mi fa sorridere.
E abbasso lo sguardo sulle tue mani osservando divertita come tu non sappia trovare loro la giusta collocazione e ti accontenti così di intrecciarle davanti a te muovendo i pollici nervosamente. E le immagini delle tue carezze, delle tue mani sulle mie sempre fredde, sui miei fianchi e sul mio seno, delle tue dita sul mio collo a seguirne il profilo, si affollano nella mia mente. Ed un brivido risale dal basso e sono costretta a chiudere gli occhi per trattenerlo in me, per poterlo provare ancora e ancora, impedendo che fugga via. Quando li riapro torno a posarli sul tuo viso ed è incantevole essere spettatrice della tua gioia, tanto da farmi male, da stringere il cuore in una morsa di spine che lo trafiggono in ogni parte. E ogni goccia che cade a terra frantumandosi libera un ricordo per ogni tuo sorriso, per ogni momento trascorso sereni, per ogni volta che, trasportato dall'entusiasmo, mi hai sollevato in aria ridendo. E mentre riapro con la mente la scatola dei nostri ricordi e sogno ad occhi aperti di te e di me, suona la marcia nuziale e tu ti volti dirigendo lo sguardo sul fondo della navata centrale dove appare lei, sotto il braccio paterno, in abito bianco, bella da lasciare a bocca aperta, con i capelli neri raccolti in un elegante chignon. Lentamente ti raggiunge mantenendo i suoi occhi nei tuoi ed io mi sento mancare il fiato ed inspiro forte desiderando un appiglio per non crollare. Ti porge la destra perché l'aiuti a salire il basso gradino dell'altare ed ora è lì, accanto a te. Lei.
Mentre io sono qui alla tua destra, vicina ma infinitamente lontana, a testimoniare la vostra unione, sperando che ancora possa avvenire qualcosa. Combattuta tra la gioia di vederti felice ed il dolore di dover apporre la mia firma sul vostro contratto quando le avrai infilato la fede al dito. E forse il mio sorriso scompare al termine della marcia nuziale.
Ed inaspettatamente ti giri verso di me, mi guardi e le mie labbra si schiudono in una frase afona:
"Ti amo"
E tu, come mi guardi tu ora?

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