giovedì 14 gennaio 2010

Pensiero Profondo Numero Infinito più UNO

La musica è la stenografia dell'emozione. Emozioni che si lasciano descrivere a parole con tali difficoltà sono direttamente trasmesse nella musica, ed in questo sta il suo potere ed il suo significato."
L. Tolstoj

"Dove le parole finiscono, inizia la musica."
Heinrich Heine



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Il Pensiero Profondo di oggi è: frequentate solo persone che hanno il coraggio di guardarvi negli occhi.
E non è mica scontato che ne troviate. Fateci caso. Quante sono le persone con cui parlate che, effettivamente, riescono a sostenere il vostro sguardo per tutta la conversazione?
Ecco cosa penso io: adoro le persone che mi guardano negli occhi! Perché? Perché ho la sicurezza che non hanno nulla da nascondere, che in quello che ti stanno dicendo ci credono davvero. Sarà che io sono ossessionata dagli occhi perché trovo che siano una delle parti anatomiche più belle che abbiamo, con quei tagli obliqui netti, le ciglia lunghe, i movimenti rapidi delle nostre colorate iridi, le sopracciglia che si deformano quando siamo contenti, accigliati, delusi, amareggiati,stupiti… Parlano senza bisogno di parole.
Rimango convinta che chi non vi guarda negli occhi vuole sfuggire da qualcosa, forse dal vostro giudizio per timidezza o, più spesso, se si tratta di qualcuno che timido non è o che non lo è mai stato con voi, vorrebbe sfuggire alla vostra lettura delle sue pupille. Perché quando si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima non lo si dice a caso. I miei sono gialli come il Sole, e più chiaro di quello io non conosco nulla, lo stesso splendore è proprio solo della Verità, la stessa luce è racchiusa solo nella Fedeltà verso quelli che ti regalano la loro fiducia, lo stesso calore lo si ritrova solo negli affetti autentici, scuriscono quando sono triste, diventano verdi con le lacrime quasi come sognassero la Speranza di non versarne più.
Gli occhi sono lo specchio dell’anima. E allora quando si sottraggono deve esserci una ragione: la propria anima non è in pace con se stessa, cela segreti oscuri ed indicibili, tanto da non poter affrontare la menzogna, quell’abisso fra le parole che accarezzano le labbra e quelle scritte nel profondo dell’Io. L’errore di credere a chi sottrae lo sguardo si può commettere, anzi, si commette, ma, come da tutti gli errori, si impara. Si impara che la fiducia la si è mal riposta e che è inutile illudersi che sia un caso e che, come tale, succede una volta nella vita. Chi schiva lo sguardo non lo fa per caso molto spesso o, ad ogni modo, se è in buona fede, non lo fa assiduamente. Ho imparato che da chi schiva lo sguardo bisogna guardarsi bene perché quell’unica volta che punterà i suoi occhi fissi nei vostri sarà per raccontare una bugia ed assicurarsi di essere ben creduto. E voi soffrirete due volte: una per la menzogna, una per l’averla creduta quando, in fondo, sapevate che non bisogna fare affidamento su quell’unica volta in cui gli schivi incrociano i vostri occhi.
Ed allora, per non soffrire, per essere sereni, per amare solo chi merita il vostro affetto, per fidarvi solo di chi non tradirà la vostra fiducia, circondatevi esclusivamente di persone che danno agli sguardi la giusta importanza. Voglio credere di trovarne molte sulla mia strada, di certo qualcuna c’è già, con iridi dello stesso colore o diverse, ma, si sa, io sono un’inguaribile sognatrice: nel mio mondo ingiusto, pieno di dolore e colmo di fiducie tradite io voglio vedere un arcobaleno all’orizzonte che, magari, non raggiungerò mai, ma voglio credere che, se avessi riposto la fiducia al momento giusto nelle persone giuste, sarei potuta arrivare a scivolarci su sorridente e, finalmente, serena! Oppure, chissà, magari lo raggiungo…


11 maggio 2009 1.05

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