martedì 15 dicembre 2009

Luci ed ombre.

I miei occhi hanno visto lo spumoso mare di quest’impervia isola inghiottire vascelli e vascelli carichi di oro, pietre preziose e spezie. Queste mie finestre sul mondo mi hanno permesso, anche, d’altro canto, di ammirare il mare sereno che bagna la nostra amata assolata isola, ed è grazie a loro che ho potuto vivere a pieno la, via via sempre più intensa, vita commerciale di questa piccola terra sperduta nell’enorme distesa d’acqua salata che ci circonda. Ogni mattina, svegliandomi all’alba, col sapore di mare nei polmoni, scendevo fino al porticciolo ed ero pronto a scambiar le merci con monete d’oro! Ogni mattina, dopo le estenuanti compravendite e il faticoso scarico delle merci, attraversavo la piazza per regalarmi il momento più bello della giornata, qui, ogni mattina,i miei occhi incrociavano i suoi che mi attendevano sempre dietro la stessa finestra. E’grazie a questi miei occhi neri che ho potuto ammirare un volto così delicatamente bello ed etereo, ho potuto rimirare la vera Grazia nella sua pelle chiara come la luna, luminosa come il sole, distesa e liscia come seta. E’ grazie a loro che ho potuto sognare l’attimo in cui sarebbe stata mia, solo e soltanto mia, stretta al mio petto in un caldo abbraccio, dopo esserci scambiati un tenero bacio, sotto i salici del bosco. E’ grazie a loro che ho potuto leggere la sua anima sfogliandola giorno dopo giorno.
Ma nulla è eterno in questa realtà, tutto è effimero, sfuggevole. In un giorno disgraziatissimo, in cui il nostro porto non ospitò i solito mercanti, sopraggiunse la cecità della mia anima. In un baleno fu ferro e fuoco. I miei occhi, così abituati a celebrare l’idillio,si trovarono di colpo ad imparare e a contemplare il dolore, le fiamme accecanti dell’odio, le violenze più atroci. A nulla valse la mia corsa disperata se non a stringere al mio petto, per un’ultima volta, il suo corpo esanime. Troppo doloroso ricordare i dettagli di quell’assalto. Troppo doloroso aver perso la luce dei miei occhi, senza neanche poterle essere vicino mentre si spegneva. Troppo doloroso aver assistito alle più disumane violenze. Riconsegnai al mare me stesso e una roccia, mi lasciai prima cullare dalle onde però, per insonorizzare con i flutti le tormentose urla del mio profondo. E adesso, adesso ho chiuso gli occhi per sempre.

29 agosto 2008 11.21

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